venerdì 5 dicembre 2025

Veronica Howle presenta il suo secondo EP “Finestre Di Carta”

 

Veronica Howle presenta il suo secondo EP “Finestre Di Carta”.

Un lavoro che nasce da un’emotività sottile e tagliente, la stessa che si riflette tanto nei testi quanto nelle architetture armoniche dei brani. Il titolo diventa metafora perfetta: finestre di carta, fragili al tatto eppure capaci di svelare mondi interiori vastissimi. È proprio da quella soglia che Veronica invita l’ascoltatore a guardare dentro, a lasciarsi attraversare da emozioni vive, sfacciate, luminose e dolorose, come se ogni brano fosse un tassello di sé offerto senza difese.

TRACKLIST:

IRA

Uno sguardo in prima persona su un’amicizia d’infanzia spezzata dalla distanza e dalla guerra in Ucraina. L’incanto romantico di un cielo stellato, per Ira, diventa un cielo di esplosioni: bombe e missili che stringono il mondo in una morsa di paura e sopravvivenza.

COSÌ SIA

Un viaggio senza destinazione, dove il senso non è arrivare, ma camminare. Un inno all’amore puro e all’accettazione, alla scoperta che la fragilità non è un limite ma un varco: quando apriamo gli occhi, comprendiamo che ciò che desideriamo è già con noi. E che essere vulnerabili significa, in fondo, essere liberi.

PICCOLISSIMISSIMA TU

Un dono trasformato in canzone: la nascita della sorella. Veronica le parla con gratitudine e delicatezza, confessando ciò che avrebbe voluto essere e fare. Una preghiera di perdono, uno sguardo protettivo, la volontà di riparare le crepe del passato e proteggere entrambe: la sorella e la sé stessa bambina.

CHE

Una confessione spietata e lucida rivolta a un ex amore. Veronica svela ciò che non ha mai detto: sapeva tutto, ma ha scelto di non vedere. L’incontro con un “angelo” le insegna la lezione più dura e più vera: l’amore reale comincia solo quando impari ad amare la persona che ti guarda dallo specchio.

DIVERSA DA TE

Una coincidenza che sembra magia. Anni prima di conoscere Fabio, Veronica scrive questa canzone e la dimentica; anni dopo, Fabio ne compone la musica senza averla mai ascoltata. È la storia di un amore finito ma non svanito, dove l’affetto resiste alle incrinature del tempo e il destino, alla fine, promette protezione.

HO SCELTO DI NON ESSERE PIÙ FRAGILE

Il punto di vista è quello dello specchio: spettatore silenzioso degli autosabotaggi, delle cadute, delle crepe. Lo specchio cerca di rassicurarla, di ricucire la sua fiducia nei momenti in cui Veronica non crede nemmeno più in sé stessa. Soffrire è concesso. È il dolore a forgiare la guerriera.

Veronica Howle è il progetto alternative pop rock della cantautrice lecchese Veronica Sottocornola. Attiva dal 2017 con un primo EP e diversi singoli in italiano e inglese, si distingue per l’intensità emotiva e la capacità di trasformare ferite e rinascite in brani di forte impatto. Ha calcato palchi come il Lecco Pride (2022 e 2023) e preso parte due volte al contest Cover Me, arrivando sempre in finale: il riarrangiamento di Radio Nowhere è stato inserito nella compilation ufficiale, classificandosi secondo al Premio Tenco 2023 come “Miglior album collettivo a progetto”.

Nel 2023 completa le registrazioni del suo secondo EP con la produzione artistica di Pietro Foresti. Si esibisce dal vivo in formazione elettrica e acustica (voce e chitarra). Le sue canzoni raccontano solitudini luminose, rinascite e battiti sospesi tra buio e luce.

Line up: Veronica Sottocornola – voce e Fabio Mariuzzo – chitarra.

ASCOLTA “FINESTRE DI CARTA”!

https://orcd.co/veronicahowle-finestredicarta

Gli SKW annunciano il loro US West Coast Tour 2026

 

Gli SKW annunciano il loro US West Coast Tour 2026: quattro show, tre città e l’energia che li ha resi una delle realtà più esplosive del metal italiano.

La band milanese SKW, attiva da anni nella scena alternative metal, volerà negli Stati Uniti a febbraio per un tour di quattro date sulla West Coast.

Un percorso che toccherà San Diego, Las Vegas e la capitale mondiale del rock ovvero Los Angeles: qui calcheranno i palchi del Viper Room e del Whisky A Go Go, due club iconici dove sono passate alcune tra le band più influenti della storia.

Il tour rappresenta un passo decisivo nel percorso internazionale degli SKW, da sempre riconosciuti per un sound potente e diretto e un’attitudine live devastante, considerata il vero marchio di fabbrica della band.

Le date del tour:

12/02 – Viper Room – Los Angeles

13/02 – Whisky A Go Go – Los Angeles

14/02 – The Bancroft – San Diego

15/02 – Taverna Costera – Las Vegas

Gli SKW porteranno negli USA la loro miscela di metal moderno, groove e melodia, con l’obiettivo di consolidare la loro presenza internazionale e documentare l’esperienza per i fan italiani e americani.

ASCOLTA “HUMANS”!

Spotify: https://spoti.fi/48EhAkl

“Desert Rose”, il nuovo singolo di E.A.R.S.

 

“Desert Rose”, il nuovo singolo degli E.A.R.S., è un brano che parla di individualità come via per la fratellanza. Non la solitudine intesa come isolamento o rifiuto, ma come spazio necessario per ascoltare la propria interiorità, riconoscere le proprie forme e, attraverso esse, comprendere che anche gli altri funzionano allo stesso modo. Il deserto è inizialmente grigio, ruvido, spoglio: una regione intima in cui si fa chiarezza. Ma proprio da quella nudità può germogliare un incontro autentico tra esseri umani consapevoli, capaci di cooperare come guardiani della natura, scegliendo di far fiorire insieme “rose variopinte” invece di soggiogare ciò che li circonda.

Musicalmente, la traccia si presenta nella sua radio-edit, asciugata dell’intro e del finale per mettere al centro la progressione emotiva della parte principale. Dovendo definire il genere musicale di appartenenza del brano, la band lo colloca nel proprio universo personale di Alchemical Rock, una miscela che intreccia folk, celtic, flamenco, country, oriental e richiami old-style dentro un cuore hard rock. Un equilibrio che, per atmosfera e spirito, rimanda in parte a un’impronta Led Zeppelin rivisitata in chiave contemporanea.

“Desert Rose” è uno dei tasselli del progetto concettuale degli E.A.R.S., che sviluppano il loro percorso attraverso album ispirati ai colori dell’arcobaleno più il grigio conclusivo. Il primo capitolo, Facing God, ha come sfondo il viola dell’etere e raffigura il “Volto di Dio” come sintesi di fluidodinamica, cimatica e simbologia dell’Albero della Vita, indagando il respiro che unisce maschile e femminile nella pulsazione del vivente.

Gli E.A.R.S. (Eddyin’ Around Roamin’ Sounds) sono una rock band della provincia di Varese attiva nella formazione attuale dal 2022. Il gruppo sviluppa un linguaggio definito Alchemical Rock, fusione di folk, celtic, oriental, flamenco, blues, punk, grunge e metal in una cornice hardrock. La band predilige l’inglese per la sua musicalità e universalità espressiva. Il progetto discografico segue un percorso simbolico basato sui colori, sulla mitologia e sugli elementi alchemici.

Ogni membro della band incarna un elemento alchemico (Acqua, Terra, Fuoco, Aria) e un animale mitologico corrispondente (Kraken, Drago, Fenice, Leone), strutturando un immaginario simbolico che attraversa musica e testi. I membri: Rich (chitarra – Acqua/Kraken), Tony (basso – Fuoco/Fenice), Mark (batteria – Terra/Drago) e Niel (voce – Aria/Leone). Rich porta un’impronta ’60-’70, Tony un background tecnico-strumentale, Mark un’anima hardrock-progressive e Niel un’esperienza vocale che spazia dal jazz al gospel al musical. Insieme costruiscono un immaginario sonoro e narrativo che mira a unire energia rock, simbologia e introspezione.

ASCOLTA “DESERT ROSE”!

https://orcd.co/ears-desertrose

“Shut up!”, il nuovo singolo dei Dish Breakers

 

“Don’t tell me what to do, don’t tell me what to say!”

Così parte il brano, e così continua, come un mantra, una testata contro la presunzione, un muro sonoro che non lascia spazio a interpretazioni. “Shut up!”, il nuovo singolo dei Dish Breakers, è hard rock moderno diretto, veloce, sfrontato. Zero fronzoli, zero diplomazia, solo l’urgenza di urlare basta, siamo stufi!

Un grido generazionale che non si limita a protestare, ma mostra il dito medio senza metafore: “Go f*ck yourself, ’cause I’ll do it my way”.

Più chiaro di così è impossibile: smettetela di dirci come vivere, cosa scegliere, chi essere. Smettetela di dispensare consigli non richiesti dalle torri d’avorio delle vostre esperienze, ignorando che ogni persona è un universo a sé.

“Shut up!” è la voce esasperata di chi reclama il diritto di sbagliare da solo, di crescere da solo, di decidere da solo. E se fra vent’anni i giovani canteranno ancora una canzone così, significherà che non abbiamo imparato niente.

Nati nel 2019 dalle ceneri degli Spleen 55, i Dish Breakers sono una band crossover bolognese formata da Furio, Gambler, Garghy, Genna e Primo: cinque anime diversissime, unite da un’unica pulsazione nelle vene, ovvero rock’n’roll e metallo liquido.

Il loro sound è una miscela incandescente che spazia dal nu metal al prog, passando per grunge e hard rock.

Assoli taglienti, riff incendiari, scream e growl che graffiano, melodie che restano incollate alla pelle: se cercate potenza, verità e un’attitudine senza compromessi, i Dish Breakers sono esattamente la vostra band.

ASCOLTA “SHUT UP!”!

https://orcd.co/dishbreakers-shutup

giovedì 4 dicembre 2025

THE LIZARDS – “STRANGE DREAM” – UNA GUIDA VERSO LA LUCE

 

“I sogni son desideri”, cantava qualcuno tempo fa in un celebre cartone animato. E a volte è proprio un sogno insolito – uno “Strange Dream” – a mostrarci con delicatezza la direzione verso cui tende la nostra anima.

Nel nuovo singolo dei The Lizards, il sogno diventa un varco, un luogo sospeso in cui lasciarsi guidare. L’atmosfera, coerente con il titolo, avvolge l’ascoltatore in un’aura suadente e profondamente onirica: qui l’immaginazione prende forma attraverso un linguaggio fantasy, dove un’elfa diventa mentore e compagna di viaggio. È lei a condurre oltre i sentieri del bosco, tra le rovine silenziose di un’antica cattedrale e poi in una grotta, fino ad approdare, grazie a un ciondolo magico, ad un luogo fatato che profuma di rinascita.

I paesaggi d’Irlanda – selvaggi, poetici, intrisi di magia naturale – fanno da cornice a questo percorso interiore di trasformazione. Un invito a lasciare la notte alle spalle, ad accogliere la luce, ad ascoltare quella parte profonda di noi che chiede cambiamento.

A volte, infatti, è l’inconscio il primo a parlare: sussurra il bisogno di evolvere, di sciogliere le ombre del passato, di ritrovare il proprio cammino. Con “Strange Dream”, i The Lizards scelgono di ispirare questo viaggio mettendo in dialogo le loro due voci – maschile e femminile – che diventano guida, bussola, presenza. Come a ricordare che, se abbiamo il coraggio di continuare a camminare, il destino sa condurci verso paesaggi di luce, natura incontaminata e autentica pace interiore.

I The Lizards sono una rock band milanese nata nel 2004, da subito impegnata nella creazione di brani inediti.

Nel 2011 si trasformano in una tribute band internazionale dei Cranberries, progetto che consente loro di accumulare una vasta esperienza dal vivo su prestigiosi palchi, sia in Italia che all’estero.

Parallelamente, continuano a comporre e promuovere la loro musica originale, utilizzando principalmente il web e i social media per raggiungere un pubblico sempre più ampio.

La band partecipa a numerosi concorsi musicali, tra cui Emergenza Rock, Sound Wave e 3DM, conquistando il secondo posto al Malgrate Festival nel 2007 e arrivando alle selezioni regionali di Sanremo Rock nel 2023.

Nel 2024, l’etichetta discografica Sorry Mom! li nota e propone loro una collaborazione, da cui nasce il primo singolo ufficiale sotto etichetta, “Full of Dreams Suitcase”, rilasciato il 6 giugno 2024, seguito da “Rainbow”.

Nel 2025 hanno già pubblicato i singoli “Whispers in the Dark”, “In an awful winter day”, “Wake up now!” e “Roads”.

Pur scrivendo prevalentemente in inglese, a partire dal 2009, dopo la partecipazione al Tour Music Fest di Roma, The Lizards iniziano a esplorare anche la scrittura in italiano.

La loro musica si distingue per un sound coinvolgente e dinamico, in bilico tra il rock più energico e le atmosfere intime esperimentali. Accanto a sonorità distorte e potenti, trovano spazio momenti più delicati e misteriosi, spesso arricchiti da elementi elettronici. A rendere il tutto ancora più originale è l’alternanza delle due voci: quella femminile, che richiama le sonorità di Dolores O’Riordan, e quella maschile, capace di evocare la profondità vocale di Matthew Bellamy.

I testi, di natura spesso autobiografica e intimista, trattano anche temi sociali, conferendo ai brani una dimensione riflessiva e profonda.

ASCOLTA “STRANGE DREAM”!

https://orcd.co/thelizards-strangedream

“Hangar” è il nuovo singolo di iaco

 

Tra luci calde, tagli che bruciano sulla pelle e verità che emergono solo quando il silenzio fa rumore, “Hangar” è il nuovo singolo di iaco, un brano rap dalle sonorità oscure ed elettroniche che racconta l’intreccio di due vite destinate a sfiorarsi con forza, per poi perdersi.

È una canzone che parla di un incontro che accende, di un amore che cambia prospettiva, di una fine che lascia lividi invisibili. È una confessione che nasce dal buio per cercare un varco nell’asfalto.

La relazione al centro del brano vive di contrasti, come un ossimoro costante: “uniti e diversi quasi come ossimoro”, osserva iaco, sottolineando la distanza che cresce anche quando si prova a restare vicini. Nella narrazione si sovrappongono due piani: la magia del primo incontro – “eri la luce calda che entra dalla finestra” – e il disincanto del dopo, quando ciò che rimane fa male: “nei punti in cui mi toccavi ho solo lividi”.

L’“hangar” evocato nel titolo diventa uno spazio mentale, un luogo sospeso dove una luce fioca si accende quando tutto sembra essersi spento: “una luce che si accende in fondo all’hangar”.

Pur parlando di una rottura, il brano porta con sé una scintilla di speranza, un invito a non farsi schiacciare dalle fasi buie: “la pioggia bagna i palazzi e le scale / fuori c’è il sole dopo il temporale”. È un promemoria emotivo, un mantra per ricordarsi che anche il dolore è un passaggio, non una condanna.

Le sonorità moderne, pulsanti, a tratti cupe, sostengono un racconto fatto di contrasti: calore e gelo, luce e ferite, sogni che spingono verso l’alto e crolli improvvisi – come quando l’artista ammette: “supero il limite Icaro e cado giù”.

“Hangar” è una fotografia sincera, vibrante e vulnerabile, che continua a brillare anche mentre racconta ciò che fa male.

iaco, nome d’arte di Iacopo, nasce a Genova nel 2010. Fin da piccolo mostra una spiccata predisposizione per il mondo dello spettacolo: a soli sei anni partecipa come solista allo Zecchino d’Oro 2016, conquistando il terzo posto con Pikku Peikko.

Parallelamente alla musica, sviluppa presto una forte passione per la recitazione, che coltiva presso la scuola teatrale La Quinta Praticabile. Grazie alla combinazione tra canto e teatro, calcac importanti palcoscenici prendendo parte a musical come A Christmas Carol, Niente e Freak.

Nel 2020 si avvicina al doppiaggio, collaborando con vari studi milanesi e prestando la voce, tra gli altri, al principe William nella quinta stagione di The Crown (Netflix, 2022).

Dal 2023 sceglie di tornare alla sua prima vocazione: la musica. Inizia a scrivere brani originali per raccontare la propria crescita emotiva e artistica. Con Sorry Mom!, pubblica i singoli “Solo Noi Due” e “Balla Fra”. “Hangar” rappresenta il terzo capitolo della sua evoluzione musicale: un lavoro più maturo, introspettivo e sonoramente deciso.

ASCOLTA “HANGAR”!

https://orcd.co/iaco-hangar

NASPI – esce “FRASI CHE CADONO”

 

“Frasi che cadono” dal cielo, una dietro l’altra, come schegge di verità pronte a colpire.

Nel nuovo singolo dei Naspi non c’è spazio per ritornelli furbi o melodie scritte per restare in testa: qui c’è un’urgenza da comunicare, un pensiero che scalpita, un messaggio che deve arrivare adesso. A richiamare subito l’attenzione è una rullata di batteria in apertura, netta come un richiamo all’ordine. Il basso la rincorre e si lancia in scale dal sapore swing, mentre la chitarra corre senza freni, satura, incandescente e onesta, esattamente come la mente di chi la suona.

A guidare tutto c’è l’armonica, che ritorna strofa dopo strofa come una bussola nel buio, un punto fermo in un mondo musicale che sembra essersi perso. Ed è proprio questo il cuore del brano: una critica lucida e insieme visceralmente appassionata allo stato attuale della musica italiana.

Perché, scrivono i Naspi, “la proposta elementare che le vite può cambiare è il dovere di formare anche in campo musicale”. Non si può crescere, né creare, né innovare se si continua a servire al pubblico solo “canzonette” pensate unicamente per scalare classifiche e vincere competizioni dove “della musica fanno bara”.

In un sistema in cui il giudizio degli addetti ai lavori è spesso rapido e spietato, orientato ai numeri più che alla cultura, il trio chiede un ritorno alla coerenza, alla verità del mestiere:

“E che cantino dal vivo e che suonino dal vero, che ci insegnino il mestiere, che ci aiutino a capire finalmente cosa è originale”.

Un appello necessario, se non vogliamo finire per mandare la vera musica al cimitero.

Perché il rock non è solo un genere, è anche una coraggiosa dichiarazione d’intenti.

I Naspi fondono l’energia del rock classico con la profondità della musica d’autore.

Il progetto nasce nel 2021, quando Domenico Tenerelli, cantante e chitarrista, approda a Milano con la sua valigia di canzoni e incontra il batterista Filippo Loiacono. I due iniziano subito a esibirsi live, accompagnati da vari musicisti, affinando un’identità sonora personale e riconoscibile.

Nel 2025 arriva l’incontro decisivo: quello con il bassista Mattia Sammuri, che completa la formazione e dà vita al trio definitivo.

A settembre dello stesso anno i Naspi firmano con Sorry Mom!, pronti a diffondere la loro formula: rock ‘n’ roll diretto, viscerale, con testi che non hanno paura di far pensare.

ASCOLTA “FRASI CHE CADONO”!

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martedì 2 dicembre 2025

Dusty Eyes – il nuovo singolo “Echochamber”

 

Con il nuovo singolo “Echochamber”, i Dusty Eyes scandagliano il lato più profondo e vulnerabile dell’esperienza umana, scegliendo un linguaggio sonoro che affonda le radici nella dark wave e nel post-punk più essenziale. Riff scuri, linee minimali e mood ottantiano: il nuovo singolo è un percorso nella mente, tra echi che distorcono la percezione e silenzi che la riportano a fuoco.

Il brano si muove come una stanza chiusa, dove i pensieri rimbalzano sulle pareti e si amplificano fino a diventare indecifrabili. “In your echochamber of voices so loud, lost in the reverbs” canta la band, evocando quella condizione di sovraccarico mentale in cui la verità sembra offuscata dal rumore, dalle aspettative, dalle pressioni esterne. Un luogo in cui “clarity is hard to find”, e in cui risulta impossibile distinguere ciò che è reale da ciò che è solo riflesso.

Ma “Echochamber” è soprattutto un invito a fare spazio. A riconoscere le “catene d’eco” che avvolgono la nostra voce e a liberarsene, ritrovando un terreno più autentico da cui ripartire. “Free from the gum walls that trap our voice, laying in the silence that never lies”: è nel silenzio, nella sospensione, che diventa possibile ascoltare ciò che resta davvero, ciò che non si distorce.

Il brano è accompagnato da un videoclip estratto da una performance live, essenziale e intenso: un ambiente crudo, diretto, in cui la band restituisce la natura più vera del pezzo, lasciando che l’energia sul palco amplifichi l’atmosfera claustrofobica e ipnotica del suono.

Questo brano esplora i paesaggi interiori dove il rumore confonde ma il silenzio rivela, senza offrire risposte immediate, ma suggerendo un atto di coraggio: fermarsi, ascoltare, e provare a ritrovare “a pure sigh”.

I Dusty Eyes sono una band post punk/alternative rock di Latina formatasi nel 2021 dall’incontro tra Alessandro Duprè e Andrea Giovanetti, rispettivamente cantante e batterista del gruppo. Il progetto successivamente si contamina e arricchisce grazie all’entrata nella band del bassista Daniele Todino e del chitarrista Filippo Franzè i cui diversi background musicali finiscono per influenzare l’originaria struttura dei brani pur mantenendo gli stessi con un certo richiamo country-folk. Del resto, lo stesso nome “Dusty Eyes” attinge all’immaginario folkloristico dei cantautori americani evocando la polvere negli occhi di scava nella terra alla ricerca dell’oro.

Link video: https://www.youtube.com/watch?v=LIpkwGMmxEk

“Film di fantascienza”, il nuovo singolo di Jude Menegardi

 

Un amore così brillante da oltrepassare i confini della realtà: è quello raccontato in “Film di fantascienza”, il nuovo singolo di Jude Menegardi, un brano pop intenso e luminoso che trasforma la quotidianità in un piccolo universo parallelo.

La canzone segue il viaggio di due ragazze che vivono la loro relazione come un’avventura cosmica, sospesa nel tempo. Nel loro spazio privato, “la scienza qui non c’entra”: ciò che conta è la forza di un legame che si espande come una galassia. Ogni gesto semplice – un tocco, un sorriso, una serie guardata sul divano – diventa un momento straordinario, un frammento di un film infinito.

“Film di fantascienza” racconta proprio questa magia: l’incanto di sentirsi parte di una storia più grande, dove “non c’è una data di scadenza”.

L’autrice parla di un amore che riesce, nella sua completezza, ad essere tanto terreno quanto etereo e per descriverlo utilizza sia immagini delicate che concrete: da un lato occhi in cui fluttuare e pelle che diventa luna, dall’altro baci prima di partire e serie da guardare sul divano. Se le “pellicole che non hanno una fine” diventano il simbolo quotidiano di un amore che continua a muoversi, crescere e illuminare, la contropartita cosmica sono le “galassie che nessuno ferma”.

L’arrangiamento è arioso e sognante, costruito su un pop moderno che sembra fluttuare senza peso, come un giro in mongolfiera sopra le nuvole. Una produzione semplice ma espansa, che riflette perfettamente la sensazione di un sentimento che vibra e si allarga come l’universo stesso.

Con dolcezza, fantasia e un pizzico di meraviglia, “Film di fantascienza” è una dichiarazione d’amore che fa brillare la realtà come una scena di cinema: due pianeti in orbita e e due astronaute che decollano insieme.

Jude Menegardi è una cantante, chitarrista e cantautrice che ama definirsi la Donna Pirata, simbolo del suo spirito libero e indomabile. Cresciuta con il sogno della musica, ha seguito scuole, accademie, master e percorsi professionali che le hanno permesso di formarsi e ottenere borse di studio, sostenuta da genitori che hanno sempre creduto in lei.

Dopo vari tentativi in selezioni importanti come Area Sanremo e Amici, la sua identità artistica trova piena forma grazie a un episodio paradossale: una denuncia per “schiamazzi notturni” mentre suonava la chitarra per strada a un gruppo di ragazzi neolaureati. Leggere in un verbale che la chitarra era “oggetto del reato” la spinge a comprendere che la sua musica era destinata a fare rumore, ovunque.

Da quel momento la Donna Pirata prende il largo: una musicista che canta, suona e naviga per portare allegria, libertà e verità, all’arrembaggio con la propria arte.

ASCOLTA “FILM DI FANTASCIENZA”!

https://orcd.co/judemenegardi-filmdifantascienza

“L’Uomo del Sì”, il nuovo singolo di Claudia Cantisani

 

“L’Uomo del Sì”, il nuovo singolo di Claudia Cantisani in collaborazione con Petra Magoni, è un affresco ironico e pungente sull’ipocrisia quotidiana e sulla tentazione di dire sempre “sì” per convenienza. L’Uomo del Sì è una figura tipicamente italiana — affabile, accomodante, apparentemente positiva — che in realtà nasconde dietro l’assenso la paura di esporsi, la volontà di compiacere, la comoda illusione che basti aderire al sistema per non assumersi responsabilità. La Cantisani lo racconta con il suo stile unico, sospeso tra satira e dolcezza, tra teatralità e verità.

Il brano, scritto dalla cantautrice insieme all’ insostituibile Felice del Vecchio, e prodotto da Mimmo Cappuccio, fonde sonorità popolari ed etniche con atmosfere che richiamano le feste patronali del Sud Italia e suggestioni baltiche. La voce intensa di Petra Magoni amplifica la dimensione teatrale e ironica della composizione, trasformando il pezzo in un piccolo inno alle “feste di paese”, ma anche in una riflessione profonda sulla società e sul bisogno di autenticità. “L’Uomo del Sì” è un ritratto lucido e divertito del nostro tempo, una danza tra compiacenza e verità, dove la musica diventa al tempo stesso critica sociale e celebrazione del folklore.

Il singolo verrà presentato in anteprima domenica 18 gennaio 2026 al Blue Note di Milano, in un concerto che vedrà Claudia Cantisani accompagnata da una band di otto musicisti e dalla partecipazione speciale di Mimmo Cappuccio, chitarrista e produttore del brano. Durante la serata saranno eseguiti anche brani dai precedenti lavori, un omaggio a Mina e un’anteprima del nuovo album in uscita, che include collaborazioni con Carla Vistarini e Sergio Caputo.

Claudia Cantisani, cantante, autrice e didatta, è una voce raffinata della canzone d’autore italiana. Formata tra il canto lirico e il jazz, ha all’attivo tre album e numerose collaborazioni con artisti come Andrea Agresti, Sergio Caputo e Alessandro Haber. Dopo aver calcato palchi come il Blue Note di Milano, Alexanderplatz di Roma, Val Tidone Jazz Festival e Festival JazzMi, nel 2025 torna con un progetto che intreccia ironia e introspezione, tradizione e contemporaneità, confermando la sua cifra originale nel panorama musicale italiano.

ASCOLTA “L’UOMO DEL SÌ”!

https://benext.lnk.to/luomodesi